Agdp intervista il presidente di Formez PA Carlo Flamment

Presidente Flamment negli ultimi anni il Formez ha duplicato l’azione della sua mission: da un lato la formazione e l’investimento sul capitale umano, dall’altro l’assistenza tecnica e i servizi di cerniera fra amministrazioni e cittadini. Possiamo dire una sfida che il Formez ha superato con successo?

Carlo Flamment

Carlo Flamment

Sicuramente si. Sono due aspetti della stessa sfida e dello stesso obiettivo: quello di rendere le amministrazioni fruibili ai cittadini e così ricostruire il rapporto di fiducia fra pubblica amministrazione e cittadini migliorare l’azione dell’amministrazione e contemporaneamente avvicinarla ai nuovi bisogni dei cittadini. E’ da questa premessa che nacque Linea Amica, una sfida che ci ha portato progressivamente ad aiutare il cittadino nei suoi adempimenti pubblici, ma sopratutto a fargli sentire che il dipendente o amministratore pubblico con cui si interfaccia comprende le sue esigenze, capisce i suoi bisogni e lo assiste fino alla conclusione di ogni pratica. Sembrava una sfida impossibile poter assistere problemi che riguardavano Stato centrale, Regioni, Comuni, Asl, Università, tasse, previdenza, interfacciandosi con uffici del tutto slegati tra loro. Invece è stato possibile perché Linea Amica rappresenta la più grande rete di amministrazioni di Europa, con circa 1.200 diverse amministrazioni coordinate e sinergiche a favore del cittadini. Linea Amica non è solamente le 200 persone competenti e gentili che si preoccupano di illustrarti al meglio i servizi dell’amministrazione pubblica, di risponderti con cortesia, di accompagnarti nei tuoi diversi e molteplici contatti con l’amministrazione: é la rete di migliaia di addetti che prendono a cuore la soluzione del tuo problema. Grazie a questa rete Linea Amica è riuscita in questi anni ad affermare un servizio di successo: tutti coloro che hanno difficoltà con le nuove tecnologie trovano qualcuno al telefono che li accompagna in tutti i rapporti con la PA; per chi invece sa utilizzare al meglio le nuove tecnologie c’è il portale lineaamica.gov.it che ti indirizza e affianca nel nuovo mondo dei servizi dell’amministrazione. Risultato? Sia telefonicamente che con il portale registriamo un consenso del 92%, e contribuiamo a riavvicinare i cittadini ad avere la fiducia verso l’amministrazione pubblica.

La spending review avviata dagli ultimi Governi ha visto il Formez impegnato in prima linea con iniziative di perseguimento degli obiettivi di razionalizzazione della spesa nelle pubbliche amministrazioni. Un capitolo importante del piano di spending review del Governo è l’ulteriore riduzione delle auto di servizio: censimento delle auto blu e monitoraggio dei costi sono incarichi affidati dal Dipartimento della Funzione Pubblica al Formez. A che punto siamo?
Sì è così. Gli ex ministri Brunetta e Patroni Griffi ed ora il ministro D’Alia si sono particolarmente impegnati nell’obiettivo ottenendo di una PA più rapida e meno costosa, conseguendo notevoli risparmi. Per le auto blu, ad esempio, che costituivano il primo bersaglio dei cittadini, abbiamo innanzitutto reso trasparente un mondo che era invisibile, e su cui veniva alimentata la sfiducia dei cittadini nella classe politica e dirigenziale. Con un lavoro capillare, che oggi consente a qualunque cittadino di vedere in tempo reale quante autovetture sono usate da ciascuna amministrazione, abbiamo dimostrato che le auto blu ( quelle di rappresentanza o comunque con autista) non erano 600mila, né varie volte più dell’intera America, bensì 16.000 , comunque un enormità. In quattro anni di lavoro in stretto raccordo con i Ministri della Funzione Pubblica, il numero delle auto blu si è dimezzato: oggi pari a circa a 7mila auto, mentre sulle auto grigie , o operative, la riduzione è stata di altre 10.000 autovetture. Il risparmio complessivo sul parco auto della PA ha superato i 500 milioni di euro l’anno, quindi parliamo di grandi cifre, di cifre importanti. Si può fare ancora qualcosa perché il numero delle auto blu che adesso è mediamente in linea con tutti gli altri Paesi occidentali, è purtroppo ancora squilibrato ed esagerato nelle Regioni del Mezzogiorno. Abbiamo una concentrazione molto alta – circa il 40% di tutte le auto blu del Paese sono in 4 Regioni del Mezzogiorno – e alcune delle maggiori Regioni del Sud hanno più auto blu di Piemonte, Veneto, Emilia e Toscana insieme. Quindi c’è ancora spazio per una riduzione, per capire che l’epoca dei privilegi e degli status symbol è finito e che l’auto va presa solamente come mezzo di servizio da usare solo quando consenta efficienza e risparmi; cioè non va demonizzato ma ne va fatto un utilizzo razionale, diligente e misurato.

Il Formez è impegnato anche nel processo di formazione per i responsabili della Prevenzione della Corruzione secondo le misure contenute nella L. 190/2012 per la realizzazione del Piano Nazionale Anticorruzione. Quali i prossimi step?
Il piano anticorruzione su cui noi effettuiamo molti interventi formativi è sicuramente uno dei passi verso l’adeguamento della nostra Pubblica Amministrazione ai migliori standard europei. Forse ci siamo arrivati con un po’ di ritardo ma adesso stiamo rapidamente recuperando. L’anticorruzione è un pezzo di un puzzle, parte di un obiettivo che riguarda la trasparenza della pubblica amministrazione. Il cittadino deve essere informato su come vengono spesi tutti i suoi soldi dall’amministrazione pubblica e deve essere messo al corrente di quali sono le scelte. Quindi trasparenza totale, partendo dalle norme anticorruzione e arrivando come ultimo passaggio agli open data, cioè mettere a disposizione, in misura fruibile, tutti i dati dell’amministrazione pubblica al sistema privato, al sistema delle imprese e ai cittadini. Questo percorso sicuramente ci fa fare un salto di qualità , ha un ritorno economico, con dei risparmi consistenti anche sui costi accessori, sullo spreco di risorse, di energie, sui ritardi che la corruzione comporta. La stessa perdita di fiducia del cittadino, é parte importante del costo della corruzione. Tutto questo può essere combattuto, le norme oggi ci sono, si sta ragionando anche sull’interpretazione del whistleblower cioè di chi può denunciare alcuni atti di corruzione sistemica, ma il vero vantaggio della trasparenza lo avremo quando passeremo ad avere dati open, integralmente fruibili dai cittadini e dalle imprese.

Nell’attuale contesto di crisi del nostro Paese quale può essere il contributo di AGDP, dell’Associazione Classi Dirigenti della Pubblica Amministrazione e quindi, in generale, della classe dirigente italiana ?
Io credo che il compito di tutta la classe dirigente dell’amministrazione pubblica, ma in particolare dei giovani dirigenti, sia aiutare a ridare l’orgoglio a chi lavora come “public servant”, riportandolo al ruolo di “servitore” di una comunità. Purtroppo sul dipendente pubblico si sono concentrati molti stereotipi negativi dal fannullone al “cacciadubbi”, che non decide, che non prende responsabilità e che non è certo di aiuto allo sviluppo ma anzi elemento di complicazione in ogni passaggio della vita civile e lavorativa di cittadini e imprese. L’amministrazione pubblica invece è indispensabile, non deve complicare ma aiutare, deve capire e non deve mai essere distante. Rubando uno slogan di una campagna di una multinazionale: “ti deve accompagnare con un sorriso” nella vita di ogni giorno, e supportare così lo sviluppo e la ripresa.
Questo obiettivo è possibile: Formez lavora con oltre 6mila amministrazioni, e ogni giorno vediamo quante risorse intelligenti, quante capacità, quanta volontà esiste nella pubblica amministrazione; ma troppo spesso operano in modo separato, non integrato. Invece tutti si devono sentire parte di un disegno complessivo, che è un disegno di sviluppo del Paese, di difesa del Paese, di valorizzazione del servizio pubblico. E l’AGDP può svolgere un ruolo importante in questa direzione. Abbiamo bisogno che quella parte di classe dirigente che ha gli occhi aperti sul futuro, sulle nuove tecnologie, sui nuovi bisogni, sia in grado di far permeare ogni particella, ogni ufficio, ogni posto di lavoro della PA, di questa grande, esaltante “missione pubblica” al servizio dei cittadini e del Paese.