“Al Paese serve un profondo ricambio generazionale delle classi dirigenti: se vogliamo che l’Italia recuperi il proprio ruolo sul piano della competizione internazionale occorre aggregare nuove idee e nuove leadership tanto nelle attività economiche, professionali e imprenditoriali, quanto in quelle politiche ed amministrative. Il Paese deve utilizzare il “potenziale inespresso” dei suoi trenta/quarantenni, rinnovando e modernizzando; tutto ciò non è inconciliabile con il rispetto delle esperienze passate, dalle quali bisogna saper trarre esempi ed insegnamenti, realizzando non uno “scontro”, ma un “passaggio” generazionale”. Questa la posizione condivisa dall’Associazione Classi Dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni (AGDP), Federmanager e dalle Associazioni Numeri Primi e Concreta-Mente, che hanno deciso di “proporre al Paese alcune idee per la sua “ripartenza”” con il “Manifesto delle Giovani Classi Dirigenti” presentato oggi e consultabile online sui vari siti e sui social network.
Ma concretamente quali sono le proposte formulate dal Manifesto? Sulla base delle competenze specifiche delle Associazioni aderenti, sono stati elaborati una serie di spunti per il rilancio del Paese, per un nuovo mercato del lavoro ed un nuovo modello di welfare state, per la modernizzazione del sistema scolastico/universitario e la promozione della ricerca, per la riforma della Pubblica Amministrazione.
“Per competere nel mercato globale del terzo millennio l’Italia ha bisogno di investire in istruzione e ricerca, il “petrolio dell’epoca moderna”: scuola, università e ricerca dovranno essere la priorità dell’azione del prossimo Governo – ha dichiarato Giovanni Savini Vice Presidente dell’AGDP – mettiamo quindi a disposizione le proposte contenute nel Manifesto che oggi è stato presentato”.
“In questo quadro non si può prescindere dal rilancio della Pubblica Amministrazione – ha proseguito Savini – per rendere l’apparato pubblico finalmente moderno ed efficiente è indispensabile che esso sia liberato dai condizionamenti della politica e soprattutto dalla corruzione vero “piombo nelle ali” del Paese. Anche nella PA si deve puntare a valorizzare maggiormente il merito, implementando efficaci meccanismi di misurazione delle performance e valutazione dei risultati, per dirigenti, funzionari ed impiegati pubblici, utilizzando anche politiche di tagli selettivi e non il solito deleterio approccio dei tagli lineari”.
“Per far “ripartire” il Paese – ha sostenuto Emanuele Schirru dei Giovani Dirigenti Federmanager – occorrono profonde riforme strutturali che consentano di liberare spazi per l’iniziativa economica, l’occupazione, gli investimenti nazionali ed esteri, attraverso una maggiore apertura dei mercati alla concorrenza, l’aumento del tasso di innovazione tecnologica e la completa digitalizzazione del Paese, ma soprattutto puntando sull’occupazione giovanile e femminile, i cui tassi sono in Italia tra i più bassi d’Europa”.
“L’Italia non è un Paese per giovani – ha sottolineato Matteo Miccio Presidente dei Numeri Primi – troppo a lungo si sono favoriti i diritti acquisiti penalizzando i giovani, ma ormai non ci si può più sottrarre al ricambio generazionale. Occorre agevolare nuove iniziative imprenditoriali giovanili favorendo l’accesso al credito e proseguire in una riforma del mercato del lavoro che lo renda necessariamente dinamico ed inclusivo”.
“Il valore dell’iniziativa – ha concluso Leonardo Bertini dell’Associazione Concreta-Mente – sta anche nella sinergia tra le classi dirigenti pubbliche e private che vogliono dimostrare come fare le riforme è possibile attraverso la realizzazione di “progetti pilota” sui quali le Associazioni che hanno promosso il Manifesto si propongono come “agenti del cambiamento” e costruttori di consenso”.