A seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 231/2013 in tema di costituzione delle rappresentanze sindacali aziendali, si è aperto un vivace dibattito sulla questione “legge sì o legge no” tra chi sostiene che il sistema delle relazioni industriali è autoregolato e la sentenza interpretativa della Corte non lascerebbe un vuoto normativo, ma riconoscerebbe la piena libertà associativa nei luoghi di lavoro, anche ai sindacati che non abbiano sottoscritto il contratto di lavoro, e chi, invece, ritiene che la disciplina delle rappresentanze sindacali e della contrattazione aziendale richieda una sistemazione, mediante un intervento legislativo, comunque sussidiario e recessivo rispetto agli accordi sindacali.
Da non sottovalutare il rischio, paventato da qualcuno, che il tentativo di risolvere il problema della certezza delle regole, quale scopo della scelta di intervenire con legge, finisca per spostare la dialettica tra imprese e sindacati dai luoghi di lavoro alle aule giudiziarie.
E’, quindi, importante in questo campo usare la massima cautela.
Si riporta in allegato uno schema riassuntivo dei principali disegni di legge in materia di rappresentanza e rappresentatività sindacale presentati in Parlamento.