Con la legge 190/2012 le competenze della Civit sono state ampliate in materia di trasparenza, legalità e integrità, ricordiamo anche la valutazione della performance. Adempiere a questi compiti ha comportato delle difficoltà?
La legge n.190/2012, in attuazione di Convenzioni internazionali, ha individuato nella CiVIT, in quanto Autorità indipendente, l’Autorità Nazionale Anticorruzione. Le nuove funzioni attribuite alla Commissione si pongono in continuità con quelle già svolte in materia di performance, qualità dei servizi pubblici, trasparenza, promozione della legalità e integrità, ampliandone le competenze e il perimetro di intervento e attribuendo maggiori poteri. Del resto, esiste uno stretto collegamento tra performance, trasparenza e prevenzione della corruzione: la corruzione trova terreno fertile, tra l’altro, nell’eccesso di norme ed oneri burocratici e nella scarsa qualità della burocrazia .
Dall’attività di valutazione e monitoraggio svolta nei primi due anni di applicazione del D.Lgs. 150/09 la Commissione ha acquisito una consapevolezza che sarà d’aiuto anche nell’attività di prevenzione della corruzione. La Civit ha, infatti, riscontrato una variabilità di esperienze presso le amministrazioni; accanto a buone pratiche, che mostrano che un graduale cambiamento è in atto, anche alcune criticità ampiamente diffuse, quali lo scarso interesse del livello politico ad attuare meccanismi di delega per obiettivi e assegnazione di risorse, il limitato ricorso alla valutazione individuale quale elemento per la promozione del merito e, complessivamente, il prevalere della logica dell’adempimento su quella del risultato.
La Civit, nella veste di Autorità nazionale anticorruzione, si è immediatamente organizzata per svolgere con efficacia le nuove funzioni assegnatele dalla Legge.
Sin dall’entrata in vigore della Legge 190, ha invitato le amministrazioni a porre in essere i previsti interventi già possibili, richiamandole ad attivarsi per realizzare tutti gli aspetti della norma immediatamente precettivi quali la nomina del responsabile della prevenzione della corruzione, la valutazione del rischio di corruzione, la previsione di procedure per selezionare e formare i dipendenti e l’introduzione di opportune forme di rotazione dei dirigenti.
Presidenza del Consiglio dei Ministri, 7 Ministeri, 46 enti di ricerca ed enti nazionali, 51 Università, 64 Camere di Commercio, 2 Regioni e più di 2000 Enti locali hanno già nominato il Responsabile Anticorruzione. Si tratta comunque di numeri destinati ad aumentare in conseguenza della recente pubblicazione delle nuove modalità di trasmissione alla Civit delle informazioni sulla nomina del responsabile.
Molte amministrazioni mostrano di volersi “mettere in regola” e si rivolgono alla Civit per risolvere dubbi interpretativi: in particolare, dopo l’entrata in vigore della legge 190 e dei decreti legislativi 33/2013, in materia di trasparenza, e 39/2013 in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi le richieste sono aumentate esponenzialmente: nei primi cinque mesi dell’anno Civit ha già ricevuto, rispetto alle 300 di tutto il 2012, circa 400 richieste, di cui più del 50% riferibili alla materia dell’anticorruzione e della trasparenza. Proprio alla luce delle numerose richieste di parere pervenute in materia di incarichi in questi giorni abbiamo tenuto una serie di incontri con rappresentanti della Conferenza delle Regioni e Province autonome, dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, Anci, dell’Unione Province Italiane, Upi, del Ministero della Salute, del Dipartimento della Funzione pubblica e di Confservizi per esaminare e discutere le problematiche emerse nell’applicazione del decreto legislativo 39.
Nel contempo, in coincidenza con l’entrata in vigore il 19 giugno del codice di comportamento nazionale, altri incontri si sono tenuti con gli OIV e i responsabili degli uffici di disciplina dei ministeri e degli enti pubblici nazionali per approfondire le questioni collegate all’emanazione delle Linee guida per l’adozione da parte delle singole amministrazioni ed enti dei codici di comportamento.
Parallelamente proseguono le altre attività della Commissione relative al monitoraggio dell’avvio del ciclo di gestione della performance 2013 e in materia di trasparenza.
Infatti, si è appena conclusa la consultazione sulle Linee guida per l’aggiornamento del Programma triennale per la trasparenza e l’integrità 2013-2015 , con cui vengono fornite indicazioni per l’aggiornamento del Programma che costituirà parte integrante del Piano di prevenzione della corruzione previsto dalla legge n. 190/2012.
È evidente che la Legge 190, ampliandone considerevolmente le funzioni, ha caricato sulla Civit un compito rilevante, che viene svolto da una struttura che ad oggi è rimasta immutata.
La legge istitutiva ci assegna un massimo di 30 collaboratori, un numero esiguo rispetto ai carichi di lavoro sempre crescenti che l’Autorità deve affrontare. Oltretutto la mancata istituzione di un ruolo organico pone notevoli problemi, legati al troppo frequente ricambio. La Commissione si avvale, infatti, della collaborazione di personale comandato e con contratti a tempo determinato e poiché per questi ultimi vige un limite di durata massima di 36 mesi, ciò impone un frequente avvicendamento di personale, con la conseguente rinuncia all’esperienza di risorse che si erano formate in attività complesse.
Le difficoltà non mancano e c’è ancora molto da fare. L’attuazione efficace del complesso modello delineato dalla legge 190/2013 richiede, tra l’altro, cooperazione istituzionale, naturalmente nel rispetto del ruolo e delle prerogative di ciascuno; in questa prospettiva, si sta muovendo la Commissione, promuovendo il coordinamento dei diversi attori e attraverso la stipula di protocolli di intesa con i soggetti che, a vario titolo, sono coinvolti nell’attuazione.
A quando l’approvazione definitiva del Piano nazionale anticorruzione?
La legge 190 dispone che il Piano nazionale anticorruzione venga predisposto dal Dipartimento della Funzione pubblica e trasmesso alla Civit per l’approvazione.
Una proposta di Piano predisposta dal Dipartimento è stata inviata in consultazione ai Ministri e alla Civit, e la Commissione, in questa fase preliminare, pur nella consapevolezza che il Piano non è ancora definitivo e potrebbe essere modificato, ha ritenuto comunque opportuno trasmettere tempestivamente al Dipartimento commenti e considerazioni, anche con contenuto operativo.
I ritardi causati dai complessi meccanismi di attuazione della legge, non agevolati dalla fine prematura della legislatura, hanno generato perplessità e richieste di chiarimento da parte di molte amministrazioni. In questa fase transitoria, con riferimento al Piano la Civit ha chiarito che il termine del 31 marzo 2013, entro il quale, in base alla legge 190, l’organo di indirizzo politico deve adottare il Piano triennale di prevenzione della corruzione, non è perentorio, ma deve essere considerato ordinatorio.
Ciò significa che, in attesa del Piano nazionale anticorruzione, le amministrazioni possono , se lo ritengono, adottare il Piano triennale di prevenzione della corruzione, fatte salve le successive integrazioni e modifiche per adeguarlo ai contenuti del Piano nazionale anticorruzione, come sarà approvato dalla Commissione.
Ad oggi oltre 1000 amministrazioni hanno già predisposto il Piano Triennale Anticorruzione.
Su questi temi quale può essere il contributo di AGDP e quindi della classe dirigente italiana?
Le iniziative in materia di prevenzione della corruzione e per la gestione del ciclo della performance, funzionali a migliorare l’efficienza, l’efficacia, l’integrità e la trasparenza della pubblica amministrazione italiana investono la totalità delle amministrazioni pubbliche italiane e non possono produrre risultati soddisfacenti senza il pieno coinvolgimento responsabilizzazione dei dirigenti pubblici.
I dirigenti sono chiamati a porre concretamente in essere comportamenti organizzativi nella gestione delle risorse loro assegnate, coerenti con la complessità e le difficoltà della pubblica amministrazione italiana, e a promuovere l’affermazione del merito e della competenza attraverso la valutazione individuale. È anche decisivo il loro impegno per dotare di concretezza gli strumenti previsti dal quadro normativo, adattandoli alle specificità di ciascun contesto per renderli efficaci, così da superare la cultura dell’adempimento e affermare la cultura del risultato. In questa prospettiva gli strumenti di prevenzione della corruzione e di gestione del ciclo della performance vanno valorizzati come opportunità per favorire il controllo sociale e per migliorare il rapporto tra cittadini, imprese e istituzioni. Civit svolge la propria attività di comunicazione principalmente per mezzo del sito web, e attraverso la newsletter; l’accesso ad entrambi questi strumenti testimonia un significativo interesse alle attività della Commissione ma siamo coscienti che dobbiamo intensificare i nostri sforzi per comunicare con tutto il settore pubblico.
Poter parlare alla vasta platea di AGDP è sicuramente un’opportunità importante che mi auguro si possa consolidare attraverso iniziative comuni, che vedano integrate le attività della Civit con la vasta esperienza raccolta dal considerevole capitale umano rappresentato dai dirigenti pubblici.