Ministro, lei ha lanciato la proposta di un “patto per la scuola del futuro”. Cosa auspica?
Il mio auspicio è che in Italia, all’interno della comunità scuolastica con allargamento ad altre componenti, si avvii una ampia discussione sul ruolo di scuola – università e ricerca come elementi prioritari e costitutivi dello sviluppo del Paese. Mi piacerebbe che la discussione non sia solo per gli addetti ai lavori, ma che costituisca un elemento di discussione politica sulle strategie che il nostro Paese deve intraprendere per il suo rilancio non solo di tipo economico ma soprattutto culturale e sociale.
Agenda digitale:quali sono i prossimi step della “rivoluzione”?
Il decreto sull’agenda digitale è il punto di partenza per lo sviluppo del digitale in questo Paese. Con il decreto si sono portati a compimento processi che, in vario modo, sono stati sviluppati in questi anni ma che non hanno mai avuto una cornice unitaria. I lavori inter-ministeriali della Cabina di Regia per l’Agenda Digitale hanno sviluppato un insieme di iniziative progettuali e normative che rappresentano il collegamento naturale tra i lavori della stessa Cabina di Regia e quello dell’Agenzia per l’Italia Digitale, organo principale per l’implementazione di una strategia digitale coerente e coesa per l’Italia. L’Agenzia avrà una funzione di indirizzo strategico e tecnico, anche attraverso sistemi di incentivi di diversa natura.
Tra le criticità e opportunità da sviluppare nel prossimo futuro, un punto nodale è costituito da un ‘governo’ leggero, per organizzare il sistema di cooperazione verticale tra i vari gradi dell’amministrazione pubblica. Per molte tematiche dell’agenda digitale, e in particolare quella delle smart cities, è infatti questione centrale la modalità di rappresentare le esigenze territoriali a livello centrale (bottom-up) e capire quindi i meccanismi di ingaggio delle amministrazioni sul territorio, per la rappresentazione delle esigenze locali in ogni loro declinazione.
Altra questione sono le risorse da utilizzare per spostare la frontiera tecnologica. In questo caso il lavoro attiene alla scelta degli strumenti, quali il procurement innovativo e gli appalti precommerciali. Di fondamentale importanza per il legislatore sarà adottare una nuova generazione di strumenti di ingaggio pubblico-privato, che abilitino la leva delle risorse private con meccanismi di revenue sharing o di modelli di incentivi.
Istruzione e merito, un connubio vincente per la classe dirigente del domani. Proporre oggi un concorso pubblico – tra l’altro apprezzato da AGDP – va in questa direzione?
La valorizzazione delle capacità e dell’impegno delle persone è un elemento centrale per la modernizzazione del Paese e per la sua competitività. Poiché la scuola è elemento centrale in questo processo, la selezione dei docenti rappresenta un passo decisivo per l’avvio di un processo che crei una nuova fiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni, una trasparenza nei processi, una semplificazione delle procedure, un rispetto dei tempi e il consolidamento di un processo che possa essere mantenuto nel tempo. Questi sono tutti gli elementi su cui si basa la nuova forma di selezione dei docenti, che ha come obiettivo primario quello di indicare i docenti che rimarranno nelle nostre scuole per i prossimi 25-30 anni. Docenti che, va sottolineato, saranno l’architrave per la formazione di generazioni di cittadine e cittadini che, al termine dei loro studi, dovranno essere in grado di competere al meglio in un mercato del lavoro che sarà sempre più europeo.