Ridurre il numero dei ministeri, con e senza portafogli, e ritornare al modello del decreto Bassanini: sarebbe un importante segnale di discontinuità da parte del nuovo Governo, che dovrà fronteggiare con decisione l’attuale crisi economica. Lo chiede l’AGDP, l’Associazione dei Dirigenti Pubblici, che riunisce dirigenti della Presidenza del Consiglio, dei Ministeri, degli enti pubblici, degli enti locali, segretari comunali, diplomatici, funzionari della carriera prefettizia e di Camera e Senato e che la settimana scorsa si è ritrovata a Taormina per il suo decennale, presentando delle proposte per il rilancio della Pubblica Amministrazione.
“Contrarre il numero dei dicasteri – afferma il Presidente Pompeo Savarino – è una scelta economica, ma anche funzionale: per risparmiare a livello centrale occorre ridisegnare la PA, integrando funzioni e approcci, e non agire più con i tagli lineari, che non risolvono il problema della frammentazione e dello spreco di risorse. E’ auspicabile, inoltre, che si realizzi una riforma strutturale e non temporanea”.
L’associazione è pronta ad illustrare i suoi suggerimenti al nuovo Governo: ad esempio, accorpare enti, in particolare quelli previdenziali, e agenzie, in primo luogo quelle fiscali, oltre che integrare gli uffici periferici delle pubbliche amministrazioni e ridurre la consistenza degli uffici di diretta collaborazione, che si sono spesso rivelati inutili doppioni delle funzioni delle direzioni generali.
“Questo sarebbe – continua Savarino – il miglior inizio per un Governo nuovo e per un approccio al risparmio diverso dal passato”.
Dal punto di vista del personale pubblico, inoltre, l’Associazione auspica un forte impegno del nuovo Governo per il rilancio della PA, di cui deve essere compreso il ruolo strategico per lo sviluppo del Paese.
“In particolare, – afferma Giovanni Savini, vice-Presidente dell’AGDP e responsabile della sezione Giovani Dirigenti – occorre valorizzare il <<potenziale inespresso>> delle donne e dei giovani nella Pubblica Amministrazione, consentendo, in primo luogo, un ricambio ai vari livelli dell’Amministrazione, che favorisca la piena utilizzazione delle tante energie positive esistenti nella PA”.