La Rete Armida invita i sindaci dei comuni capoluogo e i presidenti di provincia eletti nel 2011 a nominare almeno il 30 per cento di donne nelle società e negli enti in cui sono rappresentati
La Rete Armida, della quale fanno parte magistrate, diplomatiche, funzionarie delle Camere, della Banca d’Italia e di Authority, donne dirigente delle amministrazioni pubbliche centrali e segretario comunale, sostiene da tempo che una significativa presenza femminile ai vertici della pubblica amministrazioni e delle istituzioni politiche italiane rappresenti una leva potenziale di crescita alla quale il Paese non può rinunciare.
La Reteprende perciò atto con soddisfazione della presenza di circa il 30 per cento di donne nelle giunte dei Comuni capoluogo formatesi a seguito delle ultime elezioni amministrative e auspica che, dopo l’importante sentenza del Tar Lazio che ha annullato la giunta comunale di Roma per il mancato rispetto di quote di genere, sempre più amministrazioni, anche se non obbligate, inseriscano più donne ai propri vertici.
“Tuttavia, non basta il 30 per cento di assessori donna, occorrono quote rosa anche nelle società e negli enti a partecipazione comunale e provinciale”, afferma Monica Parrella, coordinatrice del comitato promotore della Rete.
La Rete ha perciò inviato a tutti i sindaci e presidenti di provincia neoeletti l’appello a nominare una percentuale non inferiore al 30 per cento di donne negli organi delle società controllate e collegate e negli enti presso i quali le amministrazioni comunali e provinciali sono rappresentate, utilizzando meccanismi trasparenti di selezione delle candidature che valorizzino il merito.