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Renzi

Gli auguri di Agdp al nuovo Governo Renzi
Pronti al confronto nell'interesse del paese

Formuliamo al nuovo Presidente del Consiglio Matteo Renzi l’ augurio di buon lavoro. “ Siamo pronti – afferma Savarino – al confronto e al dialogo nell’interesse dei cittadini e del Paese”.

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Manifesto Giovani Classi Dirigenti: le nostre proposte per il futuro governo. Crescita, lavoro, p.a., istruzione e ricerca

auguri In questo momento di discussione programmatica sul futuro del nostro Paese, che finalmente sembra ispirata da una reale spinta al rinnovamento, i rappresentanti dei Giovani Dirigenti Pubblici (AGDP), dei Giovani Manager privati (Federmanager), delle associazioni Concreta-Mente, Numeri Primi, Allievi SSPA e La Scossa propongono al “futuro Governo Renzi” il “Manifesto delle Giovani Classi Dirigenti”: idee e proposte per il cambiamento. “Per uscire dalla crisi, l’Italia ha bisogno, oggi più che mai, di un profondo ricambio della classe dirigente: è necessario attingere al potenziale, ancora in espresso, dei trenta/quarantenni, per un rinnovamento culturale e generazionale su cui fondare l’indispensabile processo di modernizzazione del Paese. La classe dirigente italiana, infatti, soffre oggi dello stesso difetto di credibilità della politica”. Questo è il pensiero dei giovani dirigenti che hanno ispirato il Manifesto.

Governo: dirigenti PA, si' alla meritocrazia no ai preconcetti. Savarino, servono obiettivi certi da parte della politica.

auguri Si' alla meritocrazia, no ai preconcetti. I dirigenti della Pubblica amministrazione chiedono al nuovo governo Renzi un approccio corretto per la riforma della macchina dello Stato. "Noi siamo per la meritocrazia. Vogliamo che la politica formuli obiettivi per i dirigenti certi, chiari e non fumosi, in modo tale da poterli valutare", spiega all'Adnkronos Pompeo Savarino, presidente della Agdp, Associazione Classi Dirigenti della Pubblica Amministrazione.

Corruzione in Italia: Agdp ospite alla trasmissione “Uno mattina in Famiglia”

auguri Il Presidente Pompeo Savarino è stato ospite della trasmissione di Rai Uno “Uno Mattina in famiglia” nel corso dell’approfondimento dedicato all’ attualità. Tema dell’appuntamento “La Corruzione in Italia” che, secondo la recente stima della Corte Europea, nel nostro Paese è diventata una vera e propria “tassa occulta” che sottrae etica e risorse. In studio, oltre ai conduttori, Tiberio Timperi e Francesca Fialdini, anche Giuseppe Sottile, giornalista de “Il Foglio” e Raphael Rossi, giornalista e autore del libro “C’è chi dice no”. Alla domanda del giornalista Timperi su come prevenire il comportamento fangoso, opportunista che crea quell’humus per la corruzione tanto nel pubblico che nel privato, il Presidente Savarino ha risposto che occorre intervenire negli eccessivi passaggi, ossia passare dai controlli “ante” a quelli “post” . “Questa è la giusta direzione – afferma Savarino - per incentivare le attività industriali, delle piccole imprese e degli esercenti”. Un breve riferimento anche alla Legge anticorruzione del 2012: per il Presidente Savarino è opportuno, proprio in tema di controlli, prevedere ed inserire nella legge anche le società pubbliche partecipate “perché – conclude Savarino - è in questi enti comunali, provinciali e statali che avvengono per la maggior parte le attività finanziarie e le transazioni economiche”.

Federmanager, Ambrogioni a Formiche.net: no allo spoil system della dirigenza

auguri Il Presidente di Federmanager Giorgio Ambrogioni in una conversazione con il quotidiano online Formiche.net analizza il discorso programmatico del Presidente del Consiglio Renzi. Fra i vari temi affrontati, quello riguardante la dirigenza pubblica.

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UE: Malmstrom, corruzione costa all’Europa 120mld l’anno.

La corruzione costa in Europa 120 miliardi all'anno, "praticamente un bilancio Ue", e nessuno fra i 28 paesi dell'Unione ne e' esente: per questo, ha spiegato la commissaria agli Affari Interni Cecilia Malmstrom, e' stato pubblicato il primo rapporto della Commissione sul fenomeno. Malgrado le molte misure prese negli ultimi anni dagli Stati membri, i risultati sono disomogenei e occorre fare di piu' a livello di prevenzione e repressione. Dalla relazione emerge che la natura e il livello di corruzione e l'efficacia delle misure adottate per contrastarla variano da uno Stato membro all'altro e che la corruzione merita maggiore attenzione in tutti gli Stati membri. "La corruzione mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche e nello Stato di diritto, danneggia l'economia europea e priva gli Stati di un gettito fiscale particolarmente necessario - ha detto ancora Malmstrom – la relazione mostra che le azioni intraprese sono lontane dall'essere sufficienti". Nonostante la "legge anticorruzione" adottata nel novembre 2012 e "gli sforzi notevoli profusi dall'Italia" per combattere il fenomeno, questo "rimane preoccupante" secondo la Commissione Ue, che oggi ha pubblicato il suo rapporto sulla corruzione in Europa ricordando che il suo valore in Italia e' di circa 60 miliardi all'anno, pari a circa il 4% del Pil

In primo piano - Il libro del mese
Libro del mese

E’ così lieve il tuo bacio sulla fronte

Il primo magistrato ucciso da un’autobomba: la figlia ne ricorda la figura misconosciuta Rocco Chinnici è morto un giorno di fine luglio del 1983, vittima di un’autobomba, la prima che colpiva un magistrato. Il giudice fu ucciso perché capì che la mafia non si combatte da soli e per questo volle costituire un “pool” di inquirenti: a farne parte chiamò accanto a sé alcuni giovani magistrati, tra loro c’erano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Rocco Chinnici fu anche il primo magistrato ad andare nelle scuole, perché aveva compreso il valore dell’educazione alla legalità. A distanza di trent’anni, lo scempio omicida di cui fu vittima appare ancora più oltraggioso.
A Palermo il 29 luglio fa caldo, le scuole sono chiuse, le spiagge di Mondello sono affollate e solo in pochi sfidano la calura e la retorica ufficiale per ricordarlo. Lo fa la figlia in questo libro: esce dal silenzio una donna che ha scelto la magistratura per seguire l’esempio del padre. Un padre che parlava poco, ma quel poco bastava. “La cosa peggiore che possa accadere è esser ucciso. Io non ho paura della morte e, anche se cammino con la scorta, so benissimo che possono colpirmi in ogni momento. Spero che, se dovesse accadere, non succeda nulla agli uomini della mia scorta. Per un magistrato come me è normale considerarsi nel mirino delle cosche mafiose. Ma questo non impedisce né a me né agli altri giudici di continuare a lavorare.”

CATERINA CHINNICI è nata a Palermo, dove ha conseguito la laurea in Giurisprudenza a soli ventuno anni. Subito dopo ha intrapreso la carriera di magistrato. Si è quasi sempre occupata di giustizia minorile. Per le sue indagini alla fine degli anni Novanta è finita nel mirino delle mafie siciliane.